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«Non esiste la, le, identità. Esiste la coerenza, la permanenza del carattere».
La mia prima cartuccia_ap«Dove si impiega la violenza, l’autorità – [l’autorialità, la forza autorevole] – ha fallito».
Hannah Arendt«Non rinunciamo alla nostra forza […] Il massimo di autorità, con il minimo di potere […] L’autorità delle parole sensate dà vita, non uccide».
Luisa Muraro«La tecnologia non è neutra. Siamo dentro a quello che facciamo, ed esso è dentro di noi. Viviamo in un mondo di connessioni – e importa quali vengono create e quali disfatte. […] Dobbiamo restare a contatto con il problema. […] Generare parentele. […] Terrapolis è pronta per una narrazione multispecie. […] è necessario reimparare a coniugare i mondi attraverso connessioni parziali e non ricorrendo a universali e particolari».
Donna Haraway«Nessuna razza, nessuna nazione, nessun uomo ha il diritto…».
Marcus Garvey«Il potere non può essere abolito».
Murray Bookchin«L’entropia è il prezzo della struttura».
Ilya Prigogine«La civiltà è la lotta alla violenza».
Karl Popper«Tutto ciò che c’è di personale nella mia filosofia è falso».
Karl Marx incontra G.H. Friedrich Hegel, prima di separarsi«Non c’è felicità senza organizzazione, senza idea di giustizia».
Hardt-Negri«Il Cristianesimo ha ucciso Pan. La nostra capacità di fare ha superato la nostra capacità di prevedere. Abbiamo “scatenato” Prometeo».
Umberto Galimberti«Siamo un popolo senza terra».
Lou Reed«La natura non sfugge ai rapporti di forza sociali: è la più politica tra le entità».
Razmig Keucheyan+
«Il mio/nostro lavoro – un non-lavoro – è portare alla luce, fare emergere i non-argomenti delle soggettività pre-potenti, la potenza a priori nascosta dietro l’arroganza del potere con la P maiuscola. Smantellarla. Tra i miei strumenti – comprendere, sviluppare, indirizzare, smontare – l’arma digitale. Depotenziarla dalla distrazione e caricarla di contenuti e di visioni. Di cartucce di pensiero. Renderla ancora più forte e imprendibile. Senza mai trascurare la geografia concreta da una parte, la domesticazione delle masse messa in opera dal Potere mediante la congenita domesticità della nostra intelligenza, dall’altra. Intelligenza oggi più che mai messa in pericolo e sotto controllo dallo stesso mezzo digitale e dalla sua distanza fisica dai territori e dai nostri corpi».
«La mia arma è la cultura. Insubordinata».
Preso da Casa di Cultura C e Report dalla Val Trompia« [Cosa sono] i non-argomenti delle minoranze pre-potenti e la volgarità uniformante delle masse? Le due cose uccidono le differenze, le persone rivolte al futuro, la molteplicità delle relazioni e del mondo, la pluralità dei singoli, la moltitudine inquieta, la democrazia dei corpi che vivono l’irriducibilità dei territori, le narrazioni multispecie. Il nostro lavoro è scalfire l’a-priori per evitare danni a-posteriori. La filosofia come serva e giustificatrice del mondo o dell’oltremondo, violenti, assoluti. Siamo per la post-potenza, la militanza fondata sul dialogo, la discussione, la conoscenza concreta, la presenza sui territori. Siamo in assemblea permanente con noi stessi e contro la peggiore parte di noi stessi. Sempre in ascolto di ciò che arriva da fuori e di ciò che pulsa all’interno».
Preso da About CCC«La mia arma è la cultura insubordinata, la parola e il corpo in rigorosa coerenza, che non cede di un passo di fronte al nemico e che lo fa piegare con radicale nonviolenza. Chi usurpa i corpi e gli spazi e uccide il nemico, uccide se stesso. Anche come principio di realtà, di riconoscimento. L’umano prepotente non capisce ciò e vive nella sua personale illusoria bolla di realtà – riconosciuta solo dai suoi pari – che può scoppiare da un momento all’altro, trascinando con sé molto di più della sua illusione, creando un ecatombe di morte e di realtà. Il nemico va piegato, mai ucciso».
Preso da Casa di Cultura C«Il nostro [mio] ideale di organizzazione politica – sperimentato sul Movimento No Pfas e nel dettaglio sul Comitato Interdisciplinare di PFAS.land – è molto simile alla definizione che M. Beth Dempster dà della simpoiesi, ossia di “sistemi che producono in modo collettivo, che non hanno confini spaziali o temporali autodefiniti. L’informazione e il controllo sono distribuiti tra i componenti. Sistemi evolutivi che possono generare cambiamenti sorprendenti”»
Preso da PFAS.land

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Mi presento. Insieme al Laboratorio CCC e alle sue ramificazioni.
Classe 1967. Fisicamente – di base – risiedo a Montecchio Maggiore, paese epicentro di grandi conflitti sociali, territoriali e politici, incrocio di flussi e di culture, oltre che di una meraviglia di geografie perdute, tra le Valli dell’Agno e del Chiampo, ai piedi delle Piccole Dolomiti di Recoaro e dei Monti Berici, sulla linea Torino-Venezia. Il “mitico” – un falso mito – Nordest. Dove la civiltà occidentale ha ucciso se stessa. E non sa ancora come uscirne.
Vivo nel cuore di una regione bellissima, il Veneto, devastata come ecosistema.
Mi sono impegnato e continuo a impegnarmi – mediante pensiero e azioni artistico-politiche – su molteplici fronti. Imprescindibili. Eccone alcuni declinati a NCPP.
- Contro il razzismo (fin dalla giovanissima età, a 13 anni, dopo aver visitato per mia iniziativa Dachau e aver scelto all’esame di terza media, come autore imprescindibile, Primo Levi).
- Contro l’apartheid (dopo aver militato come critico ed esperto di Dub Poetry nelle fanzine degli anni 80, frequentando i quartieri londinesi di Brixton e Clapham, nel periodo della prigionia di Mandela).
- Per una difesa non armata (rifiutando senza condizioni – e pagando le conseguenze – il servizio militare obbligatorio, armato, compiuta la maggiore età).
- Per fermare la grande centrale a idrocarburi di Montecchio Maggiore (Comitato No Alla Centrale e per la Difesa del Territorio, 2002-2004).
- Per fermare la costruzione della base militare Dal Molin e la deriva militare di Vicenza (No Dal Molin e Tavolo della Consultazione, coordinando l’istanza Fronte della Cultura VICENZA OUT OF UNESCO, 2007-2016, nata dopo l’operazione artistica THE WANDERING CEMETERY, prima grande azione di rete digitale).
- A favore della Causa Tibetana (durante il sopruso dell’Everest da parte della Cina per inaugurare le Olimpiadi del 2008, coordinando alpinisti da tutto il mondo, con il sostegno di Italia Tibet e del Centro Diritti Umani di Padova per THE SAD SMOKY MOUNTAINS).
- Contro la Padania e le false identità etno-culturali generatrici di odio tra gruppi di appartenenza (blocco e deriva del Giro della Padania 2011).
- Per fermare la Superstrada Pedemontana Veneta e lo scempio conseguente della Valle dell’Agno (insieme al Comitato Cittadini di Montecchio, 2010-2020).
- Per fermare la TAV e difendere la libertà d’opinione (No Tav Val di Susa a fianco di Erri De Luca, 2015, durante il processo di Torino).
- Per sensibilizzare la cittadinanza contro l’inquinamento dell’acqua, nel drammatico caso dei PFAS nelle Valli dell’Agno e del Chiampo (coordinando il primo Gruppo Mamme e Genitori nato con la Marcia dei Pfiori, 2016-2017, connettendo le molteplici voci del movimento NO PFAS, ideando le Giornate contro i Crimini Ambientali e il Comitato di Redazione Intedisciplinare di PFAS.land).
Mi sono laureato – a pieni voti – presso la Facoltà di Filosofia a Padova, vecchio ordinamento, primi anni 90, con il compianto Prof. di Biologia Martino Rizzotti, teorico della scienza, fondatore e pensatore dell’UAAR, il politico e storico della scienza Alessandro Tessari, il filosofo Umberto Curi, chiudendo con un lavoro interfacoltà sulla pertinenza del linguaggio metadisciplinare applicato ad un concetto esemplare che attraversa tutti gli ambiti scientifici: l’arroganza della filosofia – di ogni scienza asservita alla prepotenza – si nasconde dietro gli equivoci messi in atto con il linguaggio, con le parole. Percorso di teoresi, di studio e di ricerca ancora in atto.
Come intellettuale, attivista politico e regista culturale, ho esplorato nel suo nascere la potenzialità delle reti digitali culturali, sia come editore e artista sociale, sia come connettore e costruttore di collettivi. Sono stato direttore-ideatore del FU-intraisass.it, poi iBorderline.net, @periodico digitale [con qualche comparsa su carta] di letteratura, alpinismo e arti visive (dal 1999 al 2013) e di molti altri progetti culturali-esplorativi-artistici, tra cui la Casa di Cultura C [fu Cibernetica], nata nel 2011, o le recenti spedizioni esplorative: la Zemu Exploratory Expedition K2014-150CAI (Himalaya del Sikkim, spedizione candidata ai Piolets d’Or 2015) e la Huantsan International Expedition 2018 (Cordillera Blanca Perù). Esplorazione geografica e artistica sono state base della mia esplorazione politica, intrecciandosi e cogenerando percorsi.
Come studioso di ricerca teoretica applicata alla politica, nei territori di conflitto socioambientale dove abito, dal 1999 svolgo il mio lavoro intellettuale come editore e curatore, “scrittore operativo” e libraio di ricerca, in vari luoghi. Mia base è la Libreria La Casa di Giovanni a Montecchio Maggiore, sede del Laboratorio di Regia culturale CCC e della Casa Editrice Antersass, tutti progetti e luoghi culturali fondati per divulgare temi di antropologia, impegno politico-civile, geografia culturale, ecologia politica e “insurrezione” digitale. Dal dicembre 2013 al dicembre 2019 la vecchia libreria è stata chiusa al pubblico e aperta solo su appuntamento, agli amici. Da gennaio 2020 è aperta a regime sperimentale, con tempi e modalità ridotte.
Ho collaborato, discusso e stretto amicizia con molte personalità della cultura nazionale e internazionale, curando e presentando i loro lavori in diverse situazioni, mai convenzionali. Insubordinate.
Tra queste mi piace ricordare:
Luisa Muraro
Letizia Battaglia
Monika Bulaj
Luigi Meneghello
Mario Rigoni Stern
Bepi De Marzi
Franco Battiato
Antonio Papisca
Francesco Vallerani
Franco Michieli
Giovanni Cenacchi
Robert Bilott
Carlos Buhler
Paolo Rumiz
Erri De Luca
Wu Ming 1
Vitaliano Trevisan
Roberto Dani
Vinicio Capossela
Yael Deckelbaum
Liron Meyuhas
Umberto Petrin
Lorenzo Massarotto
Hans Kammerlander
Reinhold Messner
e
Fosco Maraini.
Mi sento vicino, affascinato, interessato al pensiero interculturale di quest’ultimo e del suo grande compagno sconosciuto, Raimon Pannikar, a quello teorico-politico di Luisa Muraro e Donna Haraway, ai pensiero scientifici di Ilya Prigogine e Jacques Monod, al conflitto ecologico tra Murray Bookchin e Arne Næss, in netto favore del primo e delle sue straordinarie tesi pioniere sull’ecologia sociale politica, che anticipano di cinquant’anni il pensiero sulla crisi climatica e il relativo tema antispecista, ovvero sia ciò che io chiamo con una formula di sintesi “suprematismo umano”, di cui il capitalismo è solo la forma più raffinata e recente.
Ho studiato, ammirato e mi sento vicino alle riflessioni/posizioni anticapitaliste e controeconomiche di Pëtr Kropotkin, Ivan Illich, André Gorz, Serge Latouche e Giorgio Nebbia, agli studi etologici di Konrad Lorenz e dei suoi allievi, alle aperture e alle complicazioni della “rivoluzione” digitale che non ha nomi propri, alle riformulazioni sociopolitiche di Negri-Hardt, agli errori e ai grandi risultati misconosciuti delle lotte operaiste italiane dagli anni Settanta ad oggi, alla critica sociale di Noam Chomsky e al pensiero urbanistico di Colin Ward, all’approccio post-metafisico di Richard Rorty e alla filosofia della sociologia di Niklas Luhmann, al capovolgimento delle priorità dei lemmi espressi dai concetti di biopolitica/biopotere teorizzati da Michel Foucault, alla rivisitazione del capitalismo cultuale di Walter Benjamin nella lettura di Giorgio Agamben, di cui bisogna smontare l’equivoco tra inoperoso e inutile, alle sollecitazioni politiche di Bruno Latour, ma soprattutto – per “spazzare” via parte di questa pesante presenza maschile nel pensiero – alle visioni transpecifiche di Donna Haraway e alle tesi ecofemministe di Silvia Federici.
Solo per citare alcune grandi personalità che studio continuamente e di cui in parte il mio pensiero è figlio, compagno, ostacolo costruttivo.
Per glissare con il pensiero femminista che studio, seguo e ammiro, ricordo la citazione di Donna Haraway dell’antropologa Marilyn Strathern: «È importante capire quali idee usiamo per pensare altre idee» e la sua conclusione, che quoto: «ho composto la mia anima in questo ammasso incandescente».
Dopo 30 anni di attivismo frontale – sia culturale, sia politico-civile-sociale [la mia prima regia è l’Antibabylon nel biennio 1985-6, un festival giovanile contro il Sistema, quando avevo appena 18 anni] – nel marzo del 2019 ho pubblicato il mio primo libro per Cierre Edizioni – Non torneranno i prati. Storie e cronache esplosive di Pfas e Spannoveneti – dove raccolgo su carta le scritture operative [digitali] e alcuni saggi scritti durante la grande rivolta dell’acqua in Veneto, di cui sono stato e sono ancora la prima linea, insieme a un gruppo straordinario di compagni e di molteplici soggettività.
Poco prima, nel settembre 2018 – come risposta all’Avviso di Garanzia per il “blocco” della Miteni [la fabbrica colpevole del disastro ambientale più grande d’Europa in termini di acqua ad uso “umano”, divenuta simbolo dei crimini ambientali] – fatto in modo assolutamente civile, con forza creativa e rigore nonviolento – ho fondato PFAS.land – «Più che un movimento, siamo in movimento», dapprima Organo di informazione dei gruppi-comitati-associazioni NO PFAS della Regione del Veneto. Ora qualcosa di più. Che sta facendo tremare la stessa Regione Veneto, per la forza degli argomenti e la coerenza delle persone. Attualmente presiedo il Comitato di Redazione Interdisciplinare che ha come sua massima espressione le Giornate contro i crimini ambientali.
Il 13 novembre 2019 è stata fissata l’udienza di citazione a giudizio, presso il Tribunale di Vicenza, dei Cinque Attivisti No Pfas – tra cui io – “responsabili” del blocco della fabbrica Miteni, mentre l’11 di novembre è partito il processo contro la proprietà multinazionale della stessa fabbrica, la quale non è altro che un ramo della chimica globale che porta al colosso americano DuPont [qui un report del processo]. Nel frattempo la Giunta della Regione Veneto ha annunciato querela nei miei confronti con il Comunicato ufficiale numero 604 [c.s. fatto sparire dal sito della Regione, v. sotto], per averla accusata di depistaggio e sfiduciato parte dei loro dirigenti, durante una trasmissione Radio RAI, in diretta nazionale. In sintesi, per averli esautorati, mettendo sul piatto dell’ascolto le loro incongruenze e deviazioni dalla corrispondenza dei fatti [qui il mio report a posteriori con CS 604 originale > v. pure qui articolo di cronaca e la mia ultima inchiesta sulle corresponsabilità pubblicata su pfas.land].
Come espressione didascalica di CCC e NCPP sto preparando delle riflessioni/conferenze Sull’attivismo frontale partendo dall’Ecologia sociale e della libertà di Bookchin, scrivendo un saggio in progress dal titolo ESAUTORIAMO L’AUTORITÀ. SCONFIGGERE IL PREPOTERE. A giugno 2021 – centenario di Bookchin – ho inaugurato con gli amici del Caracol Olol Jackson di Vicenza il LABORATORIO POLITICO DI ECOLOGIA – teorie e pratiche per la rivoluzione ecologica e la giustizia climatica, espressione collettiva in forma assembleare di tutti questi anni di lavoro, connessione, relazioni.
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Un divertissement biografico, sulle mie librerie di ricerca, legate all’attivismo culturale e sociale, si può leggere qui >> DOCTOR SUVTILIS aka IL LIBRAIO-VOLANTE.
Un divertissement alpinistico, per innescare poesia e immaginario, tratto dalla Via dei Montecchiani Ribelli, si trova qui >> PIÙ MOLOTOV DI COSÌ.
Uno storyboard visuale dei miei lavori più importanti – con parte del mio percorso artistico-concettuale – si trova su www.albertoperuffo.it nella sezione thesis. Nella sezione hypothesis si trovano invece delle curiose note metabiografiche.
